L’idea di un Concorso di idee per valorizzare un prodotto utilizzandolo al massimo mi venne quando lessi su un giornale inglese che una nota marca di whiskey accettava e premiava i migliori suggerimenti per recuperare fino all’ultima goccia il prezioso distillato da una bottiglia ormai vuota.

Da allora “spremo” bottiglie di liquori, olio buono, latte, conserva e altri liquidi, lasciandole capovolte su un contenitore adatto finché non esce proprio più nulla. Applico lo stesso metodo a flaconi di cosmetici e detersivi liquidi, perché le ultime gocce non sono meno buone delle prime, sono state anch’esse pagate e inquinano ancor più l’ambiente se lasciate nella plastica. Non sono meno buoni neanche i residui di cibo che molti lasciano nei piatti e nei tegami: ciò che sino a un minuto prima era un boccone prelibato improvvisamente, senza una ragione, diventa solo il contenuto di un piatto o di un tegame “sporco”.  Ma come? Allora il piatto era ancora più “sporco” quando era pieno! Dovremmo imparare a far scarpetta come i nostri nonni. Se nella padella resta un po’ di olio o di sughetto non consideriamola una padella sporca, da lavare subito sprecando tempo e detersivo: è una padella pronta per cucinare il prossimo pasto. Basta metterla in attesa da qualche parte, ad esempio nel forno. Non è una buona idea?

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bottiglia d’olio capovolta

Vediamo allora quanti concorsi di pratiche anti-spreco potremmo fare. Io inizio a raccogliere le idee.

1. Utilizzo degli “scarti” di verdura.

Le parti “verdi” degli ortaggi, che generalmente vengono buttate, sono quasi tutte ottime; basta farsi venire qualche idea di utilizzo. Se preparate dei finocchi, del sedano, dei cipollotti o dei cavolfiori, non gettate le parti più verdi e meno tenere: basta pelarle, tagliarle a pezzetti e metterle in freezer in un sacchetto e quando tra qualche giorno farete il minestrone, metà di esso sarà già pronto, gratis. Magari avrete fatto sacchettini anche con due zucchine un po’ appassite o la cipolla che avete comprato in trecce un po’ troppo lunghe. Basterà aggiungere due patate e due fagioli e la zuppa diventerà buonissima!

2. Recupero delle scorze degli agrumi

Se amate gli agrumi, scegliete quelli con buccia edibile, che si chiama così proprio perché si dovrebbe mangiare. Ma come? Per esempio sotto forma di scorze essiccate. Prima di mangiare un’arancia o di utilizzare un limone di Sorrento, si può togliere con un buon pelapatate la parte esterna della buccia, per poi essiccarla, ad esempio, sul termosifone in un vassoietto (riciclato) e conservarla nel vetro o nei sacchettini forati del pane. Le scorzette ottenute in inverno daranno per tutto l’anno un sapore speciale ai vostri arrosti di carne e di pesce, saranno ingrediente prezioso per marmellate come il ‘savor’ e profumeranno cassetti e armadi se messe in sacchettini di tulle.

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sacchetto con scorzette di arancio

3. Riciclaggio di vasetti di vetro e contenitori di plastica

Le famose “R”, tre/quattro o più, prevedono, nell’ordine, di Rifiutare o Ridurre il consumo di prodotti con imballaggi (eccessivi), ma siccome nei supermercati non c’è via di scampo, almeno Riutilizziamo e infine Ricicliamo i contenitori di tutti i tipi che portiamo a casa. I vasetti di vetro, magari dopo aver tolto le etichette, serviranno a riporre, non dico “cibo avanzato” ché suona male, ma “seconde porzioni” di carne, pesce, brodo, salse, conserve e altro. Spesso compriamo grandi confezioni di prodotti come la passata di pomodoro o il burro, ne usiamo una piccola parte e dopo qualche giorno gettiamo via il resto. Non sarebbe meglio dividere da subito il prodotto in porzioni da riporre nel freezer in piccoli contenitori riciclati?

4. Recupero dei sacchetti di plastica

Un’idea di mia nonna fu quella di non buttare quei bei sacchettini da freezer (piccoli, medi e grandi) dopo il primo uso: spesso erano perfettamente puliti, ma quando avevano residui di cibo all’interno lei li rovesciava, li metteva sotto il rubinetto, poi li asciugava con un canovaccio. Come nuovi (e meno plastica in mare)! Mia nonna riciclava anche i ferretti bianchi di chiusura dei sacchetti, che teneva nel cassetto delle posate dentro ad un piccolo ex-contenitore di acciughe. Nello stesso posto conservava anche, per mille usi, gli elastici verdi, gialli e rossi ottenuti, gratis, da mazzi di asparagi, ravanelli e cipollotti.

5. Reimpiego di diversi tipi di contenitori

Oltre ai contenitori di cucina, di cui ho già dato qualche esempio di reimpiego, pensate a quanti tubetti e contenitori vuoti produciamo nel nostro bagno!

Prima di gettare l’elegante vasetto della crema da notte o il flacone della schiuma da bagno di marca prestigiosa, io penso sempre a cosa può ancora servire. Se esiste, acquisto il ‘refill’, magari di un’altra marca, oppure cambio destinazione d’uso, ricordando di apporre un’etichetta autoadesiva con il nome del nuovo contenuto, onde evitare, come mi è successo, di confondere una schiuma da bagno con un collutorio. Se avete dei bimbi piccoli, iniziate una raccolta di scatole di cartoncino o di plastica, vasetti, involucri e boccettini con le loro etichette originali. A che scopo? Giocare al Supermercato. I bambini si divertiranno a sistemare nei vari ‘reparti’ una mercanzia che sembra vera e basterà aggiungere un semplice ‘carrello’ e una ‘cassa’ per avere un gioco meraviglioso (a costo zero).

6. Risparmio di acqua e detersivo nella lavastoviglie e…

Una vecchia amica australiana, notando che io spesso risciacquo una tazza o una pentola più o meno pulite, mi ha suggerito: a. di usare segnalini per tazze e bicchieri in modo da riutilizzarli almeno per un giorno, b. di mettere tutto in lavastoviglie e di fare il programma più breve (35 minuti): lei sa bene come non sprecare acqua perché da loro è sempre stata una necessità.

7 … in lavatrice

Se ci pensiamo, spesso laviamo indumenti puliti, indossati solo poche ore e li lasciamo due ore in macchina con una generosa quantità di detersivo. Come per i piatti, consideriamo anche noi stessi così “sporchi” da doverci fare una doccia tutti i giorni e addirittura “sterilizzare” le nostre cose a 90° per due ore con litri di detersivo? Ho scoperto che esiste anche un programma di 15 minuti a 30° per lavare capi delicati o ‘rinfrescare’ le felpe e i calzini indossati solo poche ore. Anche in questo caso, l’ambiente ringrazierà.

Queste sono solo alcune idee. Sono sicura che possiamo arrivare a mettere insieme almeno 20 idee per risparmiare risorse nel quotidiano. Quindi: scrivetemi le vostre nei commenti e io le aggiungerò man mano all’articolo, citando la fonte!

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