Come già accennato in chiusura dell’ultimo articolo sui superfood, per trovare cibi alleati del benessere e della forma fisica non serve andare lontano. Si pensi ad esempio alle erbe spontanee. Nella mia famiglia, dalle origini contadine, abbiamo sempre raccolto e cucinato delle erbe, quelle che crescono nella campagna intorno a noi, ai margini dei campi e sulle rive dei corsi d’acqua. Crescono senza fertilizzanti né pesticidi, sono a kilometro (e costo!) zero e possiedono proprietà nutrienti e curative note da sempre.

Parlo soprattutto di tre piante molto simili tra loro, tanto che distinguerle per me è ancora una sfida, ma so che non c’è nessun pericolo di confonderle con erbe non commestibili. Sono il Tarassaco e il Radicchio vescicoso, entrambi con fiori gialli e il Radicchio di campo o Cicoria selvatica dai bei fiori azzurri.   

1. Il tarassaco: cos’è

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Foto di Antonietta Rondanini

Tra queste erbe, il Tarassaco, nome scientifico Taraxacum officinale, è il più comune, conosciuto da tutti per i suoi vistosi fiori gialli che producono palloncini piumosi detti ‘soffioni’ con cui, da piccoli, ci divertivamo a fare gare di ‘soffio’. Viene chiamato con diversi nomi, tra cui ‘Dente di leone’ per le foglie dentellate e ‘Piscialetto’, per le proprietà diuretiche.[CS1] 

Proprietà

Contiene vari nutrienti, tra cui fibre, inulina, vitamine B, C, E, sali minerali (ferro, magnesio e potassio) e taraxicina, una sostanza amaricante che stimola l’attività gastrica. Il tarassaco è un vero toccasana per la salute: è digestivo, depurativo, diuretico, tonico, leggermente lassativo e disintossicante. Cosa c’è di meglio dopo un periodo in cui ci si è concesso qualche stravizio culinario?

Ok, ma come si mangia?

Si consuma preferibilmente crudo in insalata quando le foglie sono giovani e tenere, altrimenti lessato e saltato in padella con olio e aglio oppure utilizzato per minestre, frittate e torte salate. Sono commestibili anche i boccioli, conservati in salamoia e usati come capperi. 

In fitoterapia si utilizzano sia le foglie essiccate che le radici, da cui si possono ottenere tisane e decotti oltre che bagni e applicazioni locali calmanti e decongestionanti. Concludo ricordando l’etimologia del nome tarassaco: dal greco tarakos, disordine e àkos, rimedio; cioè rimedio per ogni male, riferito alle proprietà elencate sopra.  Provare per credere.

2. Radicchio vescicoso: cos’è?

Meno diffuso del tarassaco ma più gustoso e croccante, dalle nostre parti si raccoglie il Radicchio vescicoso, nome scientifico Crepis vesicaria, comunemente chiamato “Riccione” perché la sua rosetta, una volta recisa, si richiude a riccio, piegando le foglie in basso. Questo particolare lo distingue dal tarassaco e dalla cicoria. Non si coltiva nell’orto, bisogna andarlo a cercare nei prati, magari nel parco vicino a casa.

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Foto di Antonietta Rondanini

Proprietà

La Crepis ha qualità simili a quelle delle altre erbe amare. Contiene fibre, vitamine, sali minerali, sostanze amaricanti che la rendono digestiva. E’ anche depurativa, disintossicante, diuretica e ipoglicemizzante.

In cucina

Se è giovane e tenera si consuma cruda in insalata, magari mischiata ad altri radicchi e con l’aggiunta di uova sode. Spesso viene cotta e ripassata in padella o usata come farcitura per frittate e tortini salati.

3. Radicchio di campo

Infine parliamo del Radicchio di campo, nome scientifico Cichorium intybus. E’ una piantina tipica della pianura padana, cresce spontanea nei terreni incolti ma ha dato origine anche a diverse specie coltivate, come il pregiato Radicchio rosso di Treviso e il Radicchio da taglio che non è mai mancato nel nostro orto di casa.


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Proprietà

La Cicoria è l’erba più menzionata della storia, illustrata su papiri egiziani del 4000 a. C. come ottimo ingrediente per ricette con grandi virtù depurative e digestive, descritta da Virgilio come erba quasi miracolosa e citata anche nella Bibbia.

Qui non parleremo delle specie coltivate ma del radicchio di campo spontaneo, riconoscibile per i fiori di un bellissimo colore azzurro. Le foglie, simili a quelle delle erbe descritte sopra, formano una rosetta da cui parte uno stelo ramificato con capolini azzurri che si aprono al mattino e si chiudono alla sera.

Anche questo radicchio è molto salutare. Contiene fibre, vitamine, sali minerali, cicorina e tannino che stimolano la secrezione biliare e l’inulina, che aiuta l’assorbimento di calcio e magnesio e riduce i trigliceridi nel sangue.

In cucina

Si coglie prima della fioritura e si consuma fresca in insalata oppure si fa lessare e saltare in padella con olio, aglio e acciughe. In passato, quando il caffè per molti era troppo costoso, per ottenere qualcosa di simile si tostavano e si macinavano le radici della cicoria e del tarassaco. Oggi il ‘caffè di cicoria’ è stato riscoperto per i suoi benefici effetti sull’intestino, sui reni e sul fegato e si può trovare in erboristeria e al supermercato.

Un ultimo consiglio: quando lessate le erbe, provate bere l’acqua di cottura! Non c’è tisana depurativa migliore. Vi garantisco che ci si abitua al gusto amaro, altrimenti si può provare ad aggiungere un cucchiaino di miele.

Conoscete altre erbe spontanee o avete altre ricette da propormi? Scrivetemelo nei commenti o contattatemi per un guest post!

Mail: dialog (at) translations-com

Fonti:

Maria Rosa Macchiella, Erbe Spontanee – Riconoscere e cucinare le erbe di campagna, E. Lui Editore, 2016;    

Ugo Pellini, Pillole di botanica, Facebook.com

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